Vuoi conoscere tutte le scadanze fiscali riservate ai ristoratori per l’anno 2021? Leggi questo articolo per non mancare nulla.
Parliamo in questo nuovo articolo delle scadenze fiscali in quanto il calendario fiscale a seguito dei recenti decreti risulta fortemente rimodulato. Le varie proroghe concesse dal governo a fronte di questa crisi economico-sanitaria avranno forti riflessi per buona parte del 2021. Tutto ricordiamo nasce con l’ottica di alleggerire la pressione fiscale nei momenti di maggiore difficoltà. Come sempre il nostro approfondimento sarà fatto nell’ottica di un ristoratore che ha subito restrizioni all’apertura della propria attività.
Le scadenze fiscali dei mesi di novembre e dicembre 2020
I ristoratori hanno potuto godere di una proroga incondizionata delle scadenze fiscali del mese di novembre 2020. Questa categoria economica, in quanto fortemente colpita dalle limitazioni delle attività, ha avuto una proroga delle imposte, ritenute, addizionali e IVA scadenti a novembre al 16 marzo 2021 (Decreto Ristori e Ristori Bis). Il requisito però è aver subito una limitazione della propria attività economica in quanto residenti in una regione divenuta zona arancione o rossa. Questo vale per il periodo della seconda ondata (per intenderci nel periodo da ottobre fino a buona parte del mese di dicembre). Stesso discorso anche per il mese di dicembre 2020 (Decreto Ristori Quater). Facciamo notare che per il mese di dicembre la proroga ha riguardato anche l’acconto IVA la cui scadenza originaria era prevista per il 28 dicembre 2020. Per i ristoratori residenti nella zona arancione o rossa la proroga al 16 marzo 2021 è stata concessa in maniera incondizionata. Per coloro che invece hanno operato in zona gialla la proroga è riconosciuta se vi è stata una riduzione del fatturato del 33% nel mese di novembre 2020 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Secondo acconto delle imposte sui redditi e dell’IRAP
Facciamo ora un focus su questa scadenza la cui scadenza originaria era prevista per il 30 novembre 2020 (poi rinviata per tutti al 10 dicembre 2020). Ecco, per i ristoratori residenti in zone arancioni o rosse viene disposta la proroga incondizionata anche di questa scadenza al 30 aprile 2021. Per coloro che invece non hanno operato in zone con queste fasce di allerta il rinvio a fine aprile 2021 è concesso solo per quei contribuenti con ricavi nel 2019 non superiori a 50 milioni che abbiano subito una riduzione del fatturato di almeno 33% nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Per un maggiore dettaglio sulle scadenze per tutti gli operatori IVA consultare il seguente articolo.
Facciamo brevemente un punto della situazione riguardo ad alcune scadenze fiscali appena passate. Iniziamo con l’IMU.
IMU
Con i precedenti decreti ristori è stata concessa anche ai ristoranti l’esenzione della seconda rata imu. Anche in questo caso è necessario che queste attività abbiano operato in fasce di emergenza elevate, ovvero pari alla zona rossa e arancione. Precisiamo, tuttavia, che l’imposta IMU non è dovuta a condizione però che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate.
COSAP E TOSAP
Fino a fine anno 2020 bar e ristoranti sono esentati dal pagamento dal canone e della tassa per l’occupazione del suolo pubblico, ad esempio, con tavoli e sedie. Non sono dovute infatti il canone COSAP e la tassa TOSAP. Cogliamo l’occasione per ricordare che, a seguito della legge di bilancio 2020, TOSAP e COSAP saranno sostituite con il Canone Unico per il commercio su aree pubbliche a decorrere dal 1° gennaio 2021.